Trasforma la tua passione nel tuo lavoro?
- Chiara Marturano
- 26 feb 2024
- Tempo di lettura: 3 min
Oppure fai il tuo lavoro con passione?

Questa è la torta che ho preparato per festeggiare il compleanno di mia figlia. Ogni anno le preparo io la torta, non sono perfette ma mi diverto e a lei piacciono. Da tre anni ho iniziato anche con quelle del piccolino di casa. Insomma, due volte l'anno mi diletto così.
Cucinare mi piace e, trovandoci all'estero, è diventata una necessità: mangiare fuori è decisamente costoso e le bitterballen non fanno per noi!!
Moltissime donne, madri, partner di chi ha trovato il lavoro qui nei Paesi Bassi (le spouses), non riuscendo a lavorare nel proprio settore, hanno deciso di fare delle loro abilità culinarie il loro lavoro, magari costituendo una piccola impresa, un catering oppure aprendo un vero e proprio locale di successo. Per molte di loro cucinare è un rito ed è culturalmente legato alla figura femminile. Sei brava, lo fai per tutta la famiglia (di quelle allargate che contano 30 cugini per lato), perchè non trasformarlo in un lavoro?
Quando cerchi un nuovo lavoro, inizi da ciò che sai già fare e da ciò che ti piacerebbe fare. Qualcuno suggerisce di guardare tra i propri hobby e le proprie passioni.
Ma quale e secondo quale criterio?
Prima riflessione, come donna, immigrata, madre e freelance.
Ci sono moltissime organizzazioni di e per donne che puntano sui lavori manuali, d'altronde abbiamo secoli alle spalle di lavori creativi.
Quando propongo di fare qualcosa per le donne, nella mia condizione e che riguardi il lavoro, la prima proposta è relativa alla cucina o ai lavori creativi.
E qualcosa dentro di me si accende e, ultimamente non riesco nemmeno più a trattenermi: il lavoro manuale creativo è, secondo me una sorta di terapia. Se sto male cucino, cucio, dipingo etc. Mi curo in questo modo. So che funziona così per molte persone. E per moltissime donne può essere la strada giusta, quella di costruire il proprio lavoro intorno a qualcosa che cura, che appassiona e che son brave a fare.
Ma oltre alle capacità creative, per moltissime donne, ci sono i diplomi, le lauree, i master, gli anni di esperienza in un certo campo, dalle risorse umane, all'insegnamento, al lavoro come ingegnere o nel campo medico. Talenti, competenze e abilità che, in un contesto diverso, non vengono utilizzate.
Il lavoro creativo diventa un ripiego e non una scelta.
Se trasformare la propria passione in lavoro non è frutto di una scelta fatta con il cuore, la passione si affievolirà, ci saranno le frustrazioni e i rimpianti. Avrei potuto.
Seconda riflessione: oltre a dover considerare se la propria passione abbia mercato, se sia possibile trasformarla in un lavoro, c'è un altro aspetto pratico da considerare.
Gli hobby sono un po' dei rifugi, dove puoi trovare rifugio dai rumori della quotidianità, ti possono aiutare a ridurre lo stress, a migliorare delle abilità, sono spazi dove hai una particolare capacità che viene esaltata, nutrendo la tua autostima, in alcuni casi ti portano a frequentare gruppi e associazioni, ampliando la tua rete di relazioni.
il passaggio dall'hobby all'attività lavorativa aggiunge un nuovo strato di complessità: la gestione del business. Questo include valutare i costi associati alla produzione o alla fornitura del servizio, sviluppare strategie di marketing efficaci per promuovere il proprio lavoro, stabilire collaborazioni con altri professionisti o aziende, gestire le finanze e molto altro ancora.
Mentre gli hobby possono essere un rifugio dallo stress della vita quotidiana, l'avvio di un'attività basata su un hobby richiede una nuova prospettiva.
È necessario bilanciare la passione per l'attività con le competenze imprenditoriali necessarie per farla crescere e prosperare nel mercato.
La domanda è: vale sempre la pena trasformare la propria passione in un lavoro?
Tu che ne pensi?
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