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Sisu: l’arte del coraggio

Stavolta, la parola che ho scelto è “sisu”. Ci troviamo in Finlandia. Ovviamente è un termine che non ha un corrispettivo in nessun’altra lingua e, quindi, ci guida nella comprensione della cultura che ha coniato quella parola. Adoro questo fatto: l’unicità di certi termini, così come succede con le persone, è indicativo di tutto un mondo, di una storia che si cela in quella parola o in quell'individuo.

La radice di sisu è sisus, ovvero intimo, interiore: quindi è qualcosa che ha a che fare con una capacità personale, una forza interna che è capace, anche quando tutto sembra perduto, di non mollare e di trasformarsi. Nel 16° secolo venne coniato per descrivere la determinazione dei marinai finlandesi nel navigare in acque difficili.

La scrittrice finlandese Joanna Nylund ha scritto un intero libro su questo “modo di essere”: “Sisu: l’arte finlandese del coraggio.” Secondo la scrittrice, sisu rappresenta un concetto fondamentale nella sua cultura: è la forza interiore che consente alle persone di superare le difficoltà e di affrontare gli ostacoli con fermezza e tenacia.

È "un atteggiamento orientato all'azione". Non ci si vanta di avere il sisu; si lascia semplicemente "che le proprie azioni parlino da sole".

La Finlandia è un paese caratterizzato da inverni lunghi e rigidi, che richiedono una forte determinazione e resilienza per superare le difficoltà e affrontare le sfide quotidiane. Questa abilità è stata spesso utilizzata nella formazione delle forze armate finlandesi, che hanno acquisito fama per la loro capacità di resistere alle condizioni più difficili.

Tuttavia, il sisu non riguarda solo la sopravvivenza in situazioni estreme. Si tratta di un concetto che ha una vasta gamma di applicazioni nella vita quotidiana.

In Finlandia, il sisu è considerato una qualità altamente valorizzata: la cultura finlandese è fortemente incentrata sulla disciplina, sull'autocontrollo e sulla determinazione. Il sisu è considerato un elemento chiave per il successo personale e professionale.

Oddio, un altro popolo fissato con il concetto di successo! E se vi dicessi che il 13 Ottobre, in Finlandia, si celebra il giorno del fallimento? (Ne parlavo nell’episodio 24).

Il fallimento è necessario per l’apprendimento, senza il quale non potremmo migliorarci o semplicemente trovare nuove strategie per affrontare la vita quotidiana e i problemi che capitano.

In sintesi, il sisu finlandese rappresenta l'arte della resilienza, ovvero la capacità di superare le difficoltà, di affrontare le sfide e di perseverare nei confronti degli ostacoli.

Il sisu è una qualità che può essere coltivata e sviluppata attraverso 5 caratteristiche: il coraggio, la perseveranza, l’azione, la disciplina e l'autocontrollo.

L’autrice presta alcuni consigli per allenare il proprio sisu: la disconnessione (l’avevamo trovata anche nel deep work), il silenzio, la solitudine, il pensare in modo semplice, pensare alla conoscenza, prepararsi.

Mentre scrivevo l’articolo per il blog, mi sono imbattuta nel trailer di un film, in uscita proprio in questi giorni, che si chiama appunto Sisu. È il tipo di film che io non riesco proprio a vedere: troppa cruda violenza. Solo a guardare la pubblicità mi è preso un colpo, credo che non dormirò stanotte. Insomma, se siete deboli di cuore non è il film adatto a voi. La storia si svolge in Finlandia, durante l’ invasione tedesca del 1944. Parla di vendetta e di forza e di coraggio.


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