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Lavorare all'estero: Paesi Bassi

Intervista a Elena Digirolamo



Per la puntata di oggi di #coachforexpat ho giocato in casa. Ho avuto la possibilità di intervistare Elena Digirolamo , trainer e consulente in ambito di leadership, fondatrice dell’associazione Liberamente, e di parlare con lei della vita olandese, tra pro e contro, storie di amore e di solidarietà.

Elena è per me un punto di riferimento, lo è stata e lo è per i moltissimi italiani che sono venuti a vivere ad Eindhoven. Con la sua accoglienza e un sincero spirito di servizio e solidarietà ha “traghettato” tantissime persone nell’esperienza dell’espatrio nei Paesi Bassi.

Uno dei passaggi più belli dell’intervista è questo:

“Mio figlio mi diceva sono metà italiano metà olandese e io gli rispondevo che, in realtà, siamo doppi, siamo sia italiani che olandesi. Da una parte è una ricchezza, dall’altra significa che quando sei qui c’è qualcosa che ti manca di là e viceversa”.

Il senso di #appartenenza è un fattore a cui diamo molta importanza: hanno un valore intrinseco e formano la nostra identità.

Arrivata qui pensavo che prima o poi avrei sviluppato un senso di appartenenza alla nuova cultura, alla casa, alla città. Non è stato così. Sentivo che non appartenevo più, non completamente, neppure all’Italia, ma sentivo nemmeno di essere radicata qui. Pensavo sarebbe stato un problema, pensavo che il puzzle della mia #identità sarebbe stato incompleto.

Ho scoperto negli anni che l’identità è fatta di tanti piccoli pezzi e che nulla va perso, a meno che tu non lo voglia lasciare andare.

Accogliere una versione di me fatta di tutti questi pezzi mi ha portata a sostituire il senso di appartenenza con un concetto di me diverso, legato ai miei valori profondi, ai rituali appresi in tutti i posti che ho abitato e in tutte le persone che ho incontrato. Porto con me i profumi della Sicilia, il calore della Puglia, un certo modo di vedere la vita di Genova, l’indipendenza conquistata di Lyon, le passeggiate meditative di Parigi, i diversi modi di essere famiglia con le persone che ho accanto (che vivano vicine o a migliaia di chilometri di distanza), un sano individualismo olandese.


Nel bellissimo #TedTalk “Don't ask where I'm from, ask where I'm a local” (non chiedere da dove vengo, chiedi dove sono del posto) la speaker e autrice Taiye Selasi, scrittrice e attivista, parla proprio di senso di appartenenza (ne ho parlato qui)

Secondo l’autrice dovremmo iniziare a pensare a noi stessi non come cittadini della nazione X, ma come locali dei posti che abbiamo abitato.  


𝑷𝙚𝒓 𝒇𝙖𝒓𝙡𝒐 𝒑𝙤𝒔𝙨𝒊𝙖𝒎𝙤 𝙨𝒆𝙜𝒖𝙞𝒓𝙚 3 𝙞𝒏𝙙𝒊𝙘𝒂𝙯𝒊𝙤𝒏𝙞, 𝒍𝙚 𝙩𝒓𝙚 𝙍: 𝒓𝙞𝒕𝙪𝒂𝙡𝒊, 𝙧𝒆𝙡𝒂𝙯𝒊𝙤𝒏𝙞, 𝒓𝙚𝒔𝙩𝒓𝙞𝒛𝙞𝒐𝙣𝒊

𝐈 𝐫𝐢𝐭𝐮𝐚𝐥𝐢

Quali sono i riti, i rituali, le tradizioni che, pure abitando in un posto diverso, porti con te?

Nel mio gruppo di amiche ci sono persone provenienti da Cina, Tawain, Sud Corea, Malesia etc. E mi sono sempre chiesta come mai sentissi di avere così tante cose in comune con loro. In termini di rituali ho trovato la risposta: il piacere del cibo, il modo di celebrare le feste, con banchetti e compagnia, l’importanza della famiglia, di sangue e/o quella che ti sei creato con gli amici, i regali per le occasioni importanti, un certo tipo di accoglienza.  


𝐋𝐞 𝐫𝐞𝐥𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢

Quali sono le persone con cui ti senti abitualmente, almeno una volta a settimana, con cui ti confronti e scambi idee e sentimenti? “Ogni relazione profonda è casa”, ci dice Selasi.  

Hai presente quando ti senti con quella persona e la distanza fisica e il tempo trascorso non hanno nessuna importanza?


𝐋𝐞 𝐫𝐞𝐬𝐭𝐫𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢

In termini di normative o di norme sociali, quali sono le restrizioni dei luoghi dove ti senti locale?

Ho sempre abitato in posti dove le restrizioni e le libertà garantite erano più o meno le stesse. 5 anni fa il mio status è cambiato, sono una cittadina italiana emigrata nei Paesi Bassi: posso esercitare il mio diritto di voto per le elezioni politiche italiane ed europee ma, non poterlo fare nel paese in cui risiedo mi dà la sensazione di essere un po' in balia. Le ultime elezioni politiche olandesi sono state vinte dall'estrema destra che non ha un atteggiamento particolarmente positivo nei confronti degli stranieri, per così dire. La mattina dei risultati portando mia figlia a scuola, mi ero sentita un'osservata speciale e così le mie amiche internazionali.


Adesso tocca a te. Prova a pensare ai posti dove hai vissuto: quali rituali hai mantenuto nel tempo, quali ti hanno cambiato? Quali relazioni sono casa? Quali restrizioni hai vissuto sulla tua pelle?


Ascolta la puntata qui


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