Intervista a Erika Kennedy
Reno è soprannominata "The Biggest Little City in the World", la città più grande piccola del mondo. Immagina di trovarti nel deserto, nulla per chilometri fino a che non inizi a vedere, in lontananza, grattacieli, colori, luci proiettate e senti musica e frastuono provenienti da palazzi di tutti i tipi e forme.
Immagina di avere 25 anni. Hai appena lasciato la tua famiglia, i tuoi amici, la città dove avevi tutti i tuoi punti di riferimento. Sei atterrata in mezzo al deserto. L'unica cosa che sai è l'indirizzo della tua Università. Pensi di sapere la #lingua locale abbastanza bene, poi ti ritrovi in aula, in mezzo alle discussioni con i tuoi pari e la velocità con cui ti parlano, la pronuncia e lo slang ti travolgono. Devi ricominciare a parlare e a pensare secondo uno schema diverso dal tuo.
La storia di Erika Kennedy è quella di tanti altri #migranti: una storia di #cambiamenti e riadattamenti, di chiusure e di nuovi inizi.
Cosa l'ha aiutata in questo processo di adattamento? Le relazioni significative. Sia nel campus e tra i banchi dell'università sia i fili rossi in Italia.
Ringrazio ancora Erika per il suo meraviglioso accento, per il calore con cui ha accolto la mia richiesta, per aver restituito un'immagina dell'Ovest degli #USA così chiara e definita ed essersi messa in gioco con intelligenza e sensibilità.
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