Lavorare all'estero: canada
- Chiara Marturano
- 18 giu 2024
- Tempo di lettura: 3 min
Intervista a Sara Galli

Mi piace pensare a #CoachforExpat come a un viaggio che faccio insieme a te. In questa intervista, una delle mie preferite, l’ospite @SaraGalli ha detto: “La mia casa sono io, la porto sempre con me” e la sensazione che ho avuto durante la nostra chiacchierata è stata quella di essere stata ospite a casa sua.
Ascolta la puntata qui
Sara è partita da una cittadina ligure, dopo aver lasciato il lavoro di insegnante precaria, per atterrare a Manitoba. Ma non era il posto giusto.
Una gita a Toronto e la sua vita è cambiata ancora: la passione per l’insegnamento e l’inglese e una connessione immediata con questa città l’hanno aiutata a trovare la sua strada. Sara è diventata ricercatrice di italianistica presso l’Università di Toronto e, attualmente, lavora come International Visiting Scholar al Dickinson College in Pennsylvania.
Uno degli argomenti più importanti di questo #podcast e di cui ho parlato con tutte le ospiti è l’ #adattamento.
𝐂𝐨𝐬𝐚 𝐬𝐢𝐠𝐧𝐢𝐟𝐢𝐜𝐚 𝐚𝐝𝐚𝐭𝐭𝐚𝐫t𝐢 𝐚𝐝 𝐮𝐧 𝐧𝐮𝐨𝐯𝐨 𝐚𝐦𝐛𝐢𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐞 𝐢𝐧 𝐪𝐮𝐚𝐧𝐭𝐢 𝐦𝐨𝐝𝐢 𝐩𝐮𝐨𝐢 𝐟𝐚𝐫𝐥𝐨?
Ognuno di noi usa un modo per adattarsi a un ambiente sconosciuto che sia lavorativo, sociale o in una società nuova (una città o un Paese).
Jean Piaget, psicologo e biologo svizzero, diceva che una delle caratteristiche più importanti che distingue gli esseri viventi è che sono sistemi di autoregolazione, cioè sono in grado di mantenere e ripristinare le loro strutture quando sono alterate o danneggiate (il processo di omeostasi, ne parlava anche il buon Maslow!)
In questa ricerca di equilibrio ognuno adotta delle strategie.
Ci sono i camaleonti, cioè quelle persone che si mimetizzano adottando non solo le norme e le abitudini del nuovo ambiente, ma anche lo stile, il modo di parlare e così via.
Ci sono quelli che ci mettono un po' più di tempo, ma alla fine riescono a trovare un equilibrio tra il proprio modo di essere e le nuove condizioni. Queste persone non rinunciano alla propria identità, ma la arricchiscono con elementi nuovi, creando una sintesi unica e personale.
Ci sono quelli che mantengono un approccio più critico, cercando di osservare e comprendere senza per forza conformarsi completamente. Spesso diventano dei punti di riferimento per chi è nuovo in un ambiente, poiché riescono a fornire una prospettiva alternativa e talvolta più obiettiva.
Poi c’è chi non si adatta, le richieste esterne sono distanti dal proprio sentire, dai propri valori, dalla propria storia di vita. Per ritrovare quell’equilibrio hanno bisogno di ritornare ad un ambiente conosciuto.
Sara Galli, con la sua esperienza e il suo percorso, incarna molti di questi aspetti. La sua capacità di adattarsi è stata guidata dalla passione per il suo lavoro e dalla capacità di connettersi profondamente con il nuovo ambiente senza perdere di vista le proprie radici.
Adattarsi significa trovare un modo per far coesistere la propria identità con il nuovo contesto.
Ogni viaggio, ogni cambiamento, è un’opportunità per crescere e arricchirsi, proprio come ha fatto Sara, trasformando ogni nuova esperienza in un capitolo significativo della propria vita.
Può essere immediato e naturale per alcuni, mentre per altri può richiedere più tempo e sforzo.
È una questione di equilibrio.
Ringrazio ancora Sara Galli per questa intervista: è riuscita con ironia e semplicità a spiegare cosa significhi essere expat, a dare un’immagine chiara di ciò di cui puoi aver bisogno quando cambi paese, cosa senti a lasciare il tuo paese di origine e avere nuovi sogni e traguardi.
Oltre a questo è riuscita a dare moltissime informazioni utili e pratiche per il processo di migrazione in Canada.
Tocca a te!
Di tutti i posti dove ti è capitato di stare, c’è un luogo dove hai sentito un click? Un battito di farfalla? Una sensazione di connessione immediata?
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