La narrazione di sé
- Chiara Marturano
- 20 giu 2023
- Tempo di lettura: 3 min

Appena arrivata nei Paesi Bassi, chiunque incontrassi mi chiedeva come mai fossi qui, quanto sarei rimasta e che cosa avevo lasciato in Italia. All'inizio improvvisavo, poi ho iniziato ad esporre quasi sempre la stessa "storia", nel frattempo il tempo è passato, io sono cambiata ed è cambiata la mia prospettiva sui motivi, sul mio paese di origine etc. Ed è cambiata la storia che racconto: c'è la versione abbreviata, per chi è di fretta e quella per chi vuole conoscermi meglio, cioè ho adeguato il mio racconto alla me di oggi e al pubblico che ascolta.
In quanti modi puoi raccontarti agli altri?
Ne abbiamo parlato la scorsa settimana con Francesca Marchegiano nella puntata del podcast "Storie che ispirano - Narrarsi durante un colloquio di lavoro"
Puoi farlo in tantissimi modi diversi, attraverso:
una metafora, o una storia vicaria, magari il tuo libro o racconto preferito;
i tuoi valori e credenze;
le tue esperienze di vita, ovvero i "purtroppo" e i "per fortuna" (in arrivo venerdì il post e un esercizio dedicato);
le persone e i personaggi che ti ispirano lungo il cammino;
le tue passioni e interessi;
le tue abilità e ciò che ti caratterizza, ciò che ti rende TE.
Quindi carta e penna e inizia a scrivere di te tenendo in mente queste modalità.
Ma come puoi fare per suscitare un reale interesse e instaurare una relazione con l'altro?
Vediamolo insieme.
Le caratteristiche di una buona narrazione di sé
Le prime caratteristiche mi sono state ripetute da tutte le ospiti di Coach for breakfast! Quindi vale la pena metterle in pratica.
1. Autenticità: Una buona narrazione di sé è autentica, riflette la tua vera identità, esperienze e valori. Evita di presentarti in modo eccessivamente idealizzato o di inventare informazioni per apparire diverso da come sei realmente. Prima o poi quegli aspetti verranno fuori e arriviamo al punto 2.
2. Coerenza: La narrazione di sé dovrebbe essere coerente nel tempo e nei diversi contesti. Ciò significa che dovresti essere in grado di raccontare la tua storia in modo coerente e allineato, senza contraddizioni o discrepanze. Il vissuto di una persona più essere vario, magari hai fatto sempre lo stesso lavoro oppure ne hai cambiati mille.
Prova a guardare nel tuo percorso lavorativo oppure nei corsi e negli interessi che hai coltivato negli anni. Qual è stato il filo rosso che ti ha guidato?
3. Coinvolgimento emotivo: Una buona narrazione di sé coinvolge emotivamente l'ascoltatore. La risonanza è una cosa bellissima che mi hanno insegnato al corso di counseling, spero piaccia anche a te, ed è un'eco dentro di noi suscitata dall'emozione dell'altro. Cioè il tuo racconto riesce a cogliere anche il vissuto e l'emozione, legata a quel vissuto, di chi ti sta ascoltando.
Se ciò che io dico risuona in te, è semplicemente perché siamo entrambi rami di uno stesso albero. William Butler Yeats
4. Chiarezza: La narrazione di sé dovrebbe essere chiara e comprensibile. Usa un linguaggio semplice e diretto per comunicare chi sei, cosa hai fatto e cosa puoi offrire (se si tratta di un colloquio). Io mi incasino sempre con le incise "aspetta che devo aggiungere quella precisazione, aspetta che devo mettere una annotazione etc". Chiediti "per chi sto aggiungendo quel pezzo? Serve davvero a fare chiarezza? Riesco a rendere la frase più breve e semplice? Togliamo anziché aggiungere (io ci sto ancora lavorando!)
5. Conoscenza: non solo di te, fondamentale, ma di chi hai di fronte. Adatta la tua narrazione alle persone o ai contesti specifici. Cerca di sottolineare le esperienze, le competenze o i risultati rilevanti per il contesto in cui ti stai presentando.
6. Adattabilità: legata al punto precedente, la narrazione di sé dovrebbe essere adattabile alle diverse situazioni o opportunità.
7. Obiettivi. Come qualsiasi forma di comunicazione, chiediti: perché sto dicendo questa cosa? Quale risultato mi aspetto? Sottolinea ciò che desideri raggiungere o contribuire nel tuo percorso professionale e personale.
8. Passione e entusiasmo: Racconta una storia che piaccia anche a te. Se sei il primo/a ad annoiarsi, trova un modo per rendere la tua storia viva. E lo so che non è facile. Sai cosa ti frega: la paura. I pensieri killer. "Ma non interessa nessuno", "questo è irrilevante", "non voglio fare brutte figure" etc. Prova con l'esercizio dell'alieno: guardati come se non ti fossi mai visto/a prima.
9. Memorabilità: Non devi scrivere il racconto della vita ma deve essere unico, capace di farti distinguere dagli altri. E' la tua storia, non il copia e incolla né di quella di altri né di quello che ti aspetti che gli altri vorrebbero sentire da te (sono molto organizzata, mi piace lavorare in team, sono precisa e puntale). Lo scopo è che gli altri ti ricordino e associno determinate qualità o caratteristiche a te.
E adesso mettiti all'opera! Quali di questi punti di mette più in difficoltà? Vuoi parlarne, scrivimi chiaramarturano@gmail.com
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