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La comunicazione comprensiva

Intervista a Flavia Brevi

Questa settimana è dedicata ai pregiudizi e agli stereotipi che ci circondano, agli effetti che hanno su ciò che facciamo, su come ci sentiamo, sulla nostra autostima.


Ho avuto il piacere di intervista nel podcast #coachforbreakfast Flavia Brevi, capa comunicazione di Fondazione Libella e creatrice di Hella Network, un collettivo di professioniste nell’ambito della comunicazione e nato durante la pandemia. Flavia è anche autrice della bellissima newsletter Sarò Brevi.

Tutto parte da una domanda: quale immagine avremmo di noi se fossimo liber* da stereotipi e pregiudizi?

Durante la chiacchierata con Flavia, mi è tornato in mente come mi vedevo a 8 anni: volevo fare la presentatrice e la giornalista. Passavo i pomeriggi con una cartellina in mano a condurre la mia finta trasmissione. Avevo “scritto” una sigla (la ricordo ancora!), avevo gli interventi e i collegamenti, le rubriche, le storie da raccontare.


Nella mia mente ero ancora libera, non c’era il “non puoi farlo”.


Nel frattempo crescevo in un ambiente prepotentemente maschilista: vivevo in caserma. Già questo dovrebbe bastare. Poi c’erano i messaggi genitoriali, l’analisi transazionale le chiama “ingiunzioni di copione”: uno di questi era “non sei abbastanza”. In quanto persona e in quanto persona di sesso femminile.

Dopo più di 30 anni mi sono costruita la possibilità di avere un mio spazio, di presentare un argomento e di portare avanti un progetto mio. Dove mi porterà non lo so ma lo sto facendo. Viste le premesse non era scontato.


E riflettevo sul fatto che le immagini che costruiamo di noi stess* possono essere molto potenti quando riusciamo a mettere da parte tutte quelle voci che ci dicono chi dovremmo essere e cosa dovremmo fare, o cosa non possiamo fare.

Per ascoltare la puntata clicca qui



 
 
 

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