Tra i tanti pacchetti sotto l'albero, prova 3 strategie per impacchettare la tua storia in modo più autentico.
L'altra sera ero in cucina ad preparare i regali dei piccini con mio marito.
Sono un elfo terribile, i miei pacchetti sono inguardabili.
Per scherzare gli ho detto "Lo aggiungo al mio profilo LinkedIN. Impacchettatrice pro!". Ho provato a chiedere una descrizione professionale a Chatgpt. Eccola rivista e corretta.
"Esperta nella valorizzazione estetica di prodotti di ogni genere, con minuzia nella gestione della carta da regalo e dei nastri decorativi. Specializzata nell'ottimizzazione del tempo e delle risorse, porto creatività e perfezione in ogni dettaglio. Il mio obiettivo? Trasformare un semplice pacchetto in un’esperienza visiva che racconti cura, sorpresa e bellezza."
E ho pensato: perché no? Al negozio di giocattoli, la persona addetta ai pacchetti ha rotto tutta la carta, invece in profumeria hanno confezionato il regalo in modo impeccabile.
Per ogni cosa ci vuole dedizione e cura, se vuoi un certo risultato.
E questo significa anche saper raccontare quello che fai con la stessa dedizione e la stessa cura.
Quando racconti la tua storia, cosa scegli di dire e scrivere e cosa tralasci? Se pensi a certe esperienze o a percorsi formativi, come li descrivi? Che parole scegli?
Una mia cliente, durante una sessione, mi raccontava la sua esperienza professionale come una lunga lista di cose lasciate a metà. “Ho fatto questo per un paio di anni, ma non l'ho portato a termine... Ho lasciato quel corso... Avevo iniziato un progetto, ma poi l’ho mollato.”
La sua storia sembrava il racconto di una serie di obiettivi falliti, di give up.
Mentre parlava, ho iniziato a notare cosa quello che c'era sotto tutti i suoi giudizi:
Ha provato strade diverse, dimostrando curiosità e spirito di esplorazione.
Ha accumulato competenze che neanche si rendeva conto di possedere: la conoscenza di quattro lingue, un'esperienza lavorativa internazionale e tralasciava una professione che per anni ha svolto in un certo settore, dove aveva imparato tantissimo, soprattutto tante soft skills.
Ho condiviso con lei queste mie osservazioni e mi ha detto: “Non ci avevo mai pensato in questi termini. Allora non ho sbagliato tutto.”
Spesso racconti la tua storia mettendo l’accento su ciò che tu ritieni un fallimento, una mancanza, senza valorizzare il percorso, le esperienze e le competenze che hai raccolto lungo la strada. Ogni capitolo, anche se incompleto, ha qualcosa da dire.
3 strategie per la tua storia
Valore e impatto. Indipendentemente dalla durata del contratto ciò che conta è il valore che hai generato e l’impatto che hai avuto. Anche un’esperienza breve può essere significativa se racconti come hai fatto la differenza.
Esempio:
Invece di: “Ho lavorato per sei mesi in un’azienda di marketing ma poi ho cambiato settore”. Prova con:
“In sei mesi, ho contribuito a lanciare una campagna social che ha aumentato il traffico del sito del 30%. Ho imparato a gestire tempi stretti e a lavorare in team dinamici.”
Prima e dopo. Ogni esperienza ti cambia e ti porta qualcosa. A volte anche solo sapere cosa evitare è un'ottimo risultato.
Esempio:
Invece di “Ho ricominciato di nuovo da zero. Vorrei non essere sempre l'ultima arrivata”. Prova con "Ogni esperienza è stata un’occasione per ampliare il mio bagaglio personale e professionale. Ho avuto l’opportunità di operare in settori diversi, adattandomi a contesti sempre nuovi e arricchendo il mio set di competenze. Questa versatilità mi ha reso più flessibile, curiosa e pronta nell'adattarmi a strutture aziendali diverse, team di lavoro e obiettivi da raggiungere.”
Non Parlare di Te con la Pancia. Parli di te, ovviamente, della tua vita, del tuo tempo. Certe esperienze hanno una forte connotazione emotiva. Lasciare che queste emozioni dominino la tua narrazione rischia di offuscare il tuo valore.
Esempio:
L'esperienza all'estero è una storia che si può raccontare in molti modi:
Invece di “Mi sono trasferita e non ho lavorato per tanto tempo perché non conosco la lingua”, focalizzandoti su quello che ritieni un limite, prova con:
“Ho avuto il coraggio di trasferirmi in un paese straniero e ho affrontato la sfida di adattarmi a una nuova cultura. Durante questo periodo, ho imparato a orientarmi in un ambiente nuovo, ho ricostruito un network da zero, ho iniziato a studiare una lingua nuova e migliorato il mio inglese e così via.”
Non è la stessa storia, anche se il fatto accaduto è lo stesso.
Non si tratta solo di valorizzarti al meglio. È una lettura dei dati di realtà che ti può sfuggire se guardi al tuo percorso con la pancia e con troppi pregiudizi.
Quale strategia adotterai?
Se vuoi approfondire lo storytelling, scopri nella puntata con l'esperta di storytelling Francesca Marchegiano. Ascoltala qui
Buon impacchettamento!
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