il lavoro sostenibile
- Chiara Marturano
- 1 ott 2024
- Tempo di lettura: 6 min
Cosa significa bilanciare tutti gli aspetti della nostra vita.

Cosa significa work life balance?
Nel cercare di fare equilibrismi nei vari aspetti della nostra vita, spesso proviamo un profondo senso di solitudine, di frustrazione e, a volte, di fallimento. Non riusciamo a far coincidere gli orari del lavoro con quello del tempo libero o del tempo passato con i figli, ci sentiamo in colpa, pensiamo di non essere capaci di mettere tutto insieme.
Il punto è che, in questo tetris quotidiano, pensiamo di essere solo noi la parte che si deve attivare. Non dovrebbe essere così. La domanda è: la società in cui vivo, mi da gli strumenti per poter tenere tutto in equilibrio?
Sapevi che nei Paesi Bassi il 1° Maggio non si festeggia? In molti paesi è così. Io sono cresciuta con l’idea che fosse una festa celebrata ovunque, necessaria per ripensare ai diritti dei lavorati. Tutto sommato abbiamo ottenuto tanto, sul piano dei diritti. Almeno in Occidente. Certo non per tutte le categorie. Ma non possiamo lamentarci. In teoria.
Nei Paesi Bassi, il work life balance è un punto importante nell’organizzazione individuale e familiare. È importante non solo a parole, ma anche nei fatti. In Italia, ad Agosto, è tutto chiuso! Prova a chiamare una persona olandese nelle tre settimane di vacanza di fila che fa durante la pausa estiva. Gli internazionali le chiamano le “vacanze olandesi”. Il calendario scolastico prevede diverse settimane di pausa, durante l’anno. La pausa più lunga è quella estiva, ma sono “solo” 6 settimane. Questo anche per conciliare vita scolastica e vita lavorativa. Detto questo, tra luglio e agosto la maggior parte degli olandesi stacca da lavoro tre settimane di fila. Non ci sono mail, né telefonate. Sono disconnessi.
Come si riesce ad avere un lavoro sostenibile?
Se da un lato dobbiamo fare un lavoro su noi stessi, la valutazione di valori e priorità per trovare un lavoro in linea con ciò che vogliamo o per rinegoziare le condizioni lavorative attuali, dall’altro servono gli strumenti dati dal legislatore e abbattere bias e miti della società (“oh, giornata corta oggi?” E sono le 18, ad esempio).
Ecco su cosa stanno lavorando alcuni governi oggi.
Diritto al Telelavoro (Regno Unito e altri paesi)
Nel Regno Unito, si sta discutendo l'introduzione del diritto al telelavoro (o lavoro da remoto) come un'opzione che i lavoratori possono richiedere fin dal primo giorno di lavoro. In altri paesi europei, come i Paesi Bassi, il telelavoro è già regolato e i lavoratori hanno il diritto di richiedere forme di lavoro flessibile.
Diritto alla Disconnessione (Unione Europea e vari Stati membri)
Il diritto alla disconnessione sta diventando centrale nelle discussioni a livello europeo. Te ne avevo parlato qui. La tecnologia ci facilita sotto molti aspetti, ma siamo sempre reperibili. Ciò che è una possibilità, in molti casi, diventa un obbligo. Mi ricordo quando ero piccola che, se non c’era un telefono nelle vicinanze, nessuno poteva chiedere nulla se non al rientro dalle vacanze. Paesi come la Francia, l'Italia e la Spagna hanno già implementato normative che sanciscono questo diritto, mentre altri paesi lo stanno considerando. In Italia esiste il Protocollo Agile del 2021 secondo cui, per esempio, il lavoro può essere diviso in fasce orarie e va individuata una fascia oraria in cui il lavoratore ha diritto a disconnettersi dai dispositivi.
Diritto all'Equilibrio Vita-Lavoro (Work-Life Balance)
La Direttiva (UE) 2019/1158 è stata introdotta per migliorare il bilanciamento tra vita professionale e familiare, offrendo nuovi diritti ai lavoratori, come il congedo parentale retribuito e maggiore flessibilità lavorativa. Nei Paesi Bassi, ad esempio, è possibile richiedere orari diversi da quelli canonici: molti genitori iniziano a lavorare alle 7 del mattino, per poter recuperare i figli all’uscita da scuola alle tre del pomeriggio. Considera che i bambini, specie sotto i 10 anni, vanno a letto tra le 6 e le 7 di sera, le ore spese insieme, quindi, si riducono e riuscire ad uscire prima permette una vita famigliare condivisa.
Diritto a Condizioni di Lavoro Trasparenti e Prevedibili
La Direttiva (UE) 2019/1152 sancisce nuovi diritti per i lavoratori, specialmente per quelli che operano in forme di lavoro atipiche, come contratti a zero ore e altre tipologie flessibili. Questa direttiva richiede:
- Trasparenza sulle condizioni di lavoro, inclusi orari e modalità.
- Prevedibilità per i lavoratori, che devono sapere in anticipo quando e dove lavoreranno.
- Limitazione del lavoro su chiamata, obbligando i datori di lavoro a specificare quando i lavoratori devono essere disponibili.
Diritto al Lavoro Sostenibile
Alcuni paesi, come la Svezia e la Danimarca, stanno sperimentando politiche per un orario di lavoro ridotto e modelli di lavoro più sostenibili, come la settimana lavorativa di 4 giorni, senza ridurre la retribuzione. Questo approccio mira a migliorare la produttività e il benessere dei lavoratori, riducendo lo stress e l'esaurimento e aumentando la conciliazione con altri aspetti della propria vita. In moltissimi casi l’iniziativa è privata, cioè sono le aziende stesse che non solo offrono una riduzione dell’orario settimanale ma anche altri incentivi per il benessere dei propri impiegati.
Diritto al Sostegno nella Transizione Lavorativa
In Europa, il tema del reskilling e upskilling è centrale per affrontare le sfide della transizione digitale ed ecologica, con l'obiettivo di migliorare le competenze dei lavoratori e garantirne l'occupabilità in un mercato del lavoro in rapida evoluzione. Ovviamente è un argomento che sento vicino sia perché fa parte del mio lavoro sia come persona che cerca di migliorare le proprie skills costantemente.
L'Unione Europea ha lanciato diverse iniziative per promuovere l'apprendimento continuo e l'adeguamento delle competenze, come il Patto per le competenze e l'Anno Europeo delle Competenze 2023, con l'intento di formare milioni di lavoratori in settori strategici.
Queste politiche mirano a rispondere alle esigenze specifiche di settori colpiti dalla digitalizzazione e dalla transizione ecologica, promuovendo l'inclusione nel mercato del lavoro, in particolare per donne, giovani e categorie svantaggiate.
Inoltre, la Commissione Europea ha stanziato finanziamenti significativi attraverso il Fondo Sociale Europeo Plus e altri strumenti, sostenendo così progetti di formazione per l’aggiornamento e la riqualificazione professionale su larga scala.
Diritto alla Parità Retributiva e Inclusione
L'Unione Europea sta spingendo per una maggiore trasparenza salariale per combattere la discriminazione retributiva di genere. A Marzo del 2023 il Parlamento Europeo ha emanato la direttiva sulla trasparenza retributiva* che, tra le altre cose, punisce le aziende che mantengono una disparità salariale superiore al 5%, te ne avevo parlato qui.
La proposta include misure come:
- Obbligo per le aziende di pubblicare dati sulle differenze salariali tra uomini e donne.
- Diritti più forti per i lavoratori di ottenere informazioni sulla retribuzione dei colleghi.
- Procedure di reclamo più efficaci per chi subisce discriminazione salariale.
I cambiamenti culturali spingono a cambiamenti legislativi. Eppure sembra che tutto sia molto lento. Se c’è una parte di popolazione che spinge e promuove il cambiamento, dall’altra c’è chi ama lo status quo e fatica ad accettare che le cose siano diverse. Una paga uguale per lo stesso lavoro sembra ovvio e scontato, eppure non lo è ancora e accettiamo un margine del 5% pur di vedere qualche cambiamento.
Parliamo di consapevolezza e di cura di se stessi ma lavorare part time o non rispondere al telefono oltre l’orario, per molti è ancora un lusso.
Sentire i giovani tra i 20 e i 25, “lamentarsi” perché gli stage non sono retribuiti o lo sono poco, mi riporta a vent’anni fa, quando ho subìto lo stesso trattamento con il vecchio adagio “la paga è l’esperienza”, con cui ieri come oggi non paghi l’affitto o anche solo la pausa pranzo.
Un lavoro sostenibile non dipende solo da noi, da me o da te. E’ un po’ come "se ci credi ce la puoi fare". No, ci devono essere anche le condizioni esterne perché questo sia possibile.
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