Tornare ad essere visibile
Qualche giorno fa mi sono imbattuta in questo corto e mi ha sorpreso. “Allora è un problema che qualcuno vede!”
Ti consiglio di guardare il video. Violenza economica: il corto "Viola" di Officine-IED | Video iO Donna
Vengono raccontate due storie di violenza economica. La seconda storia riguarda una giovane donna, con un lavoro che la entusiasma, piena di idee e di nuovi progetti. E’ prossima alle nozze con un giovane uomo, con un lavoro che lo entusiasma, pieno di idee e con un nuovo progetto: l’espatrio a Londra. La sua azienda l’ha promosso con una proposta all inclusive: macchina, casa, stipendio da capogiro. Ma lei non ne sa nulla. “Vedrai, Londra ti piacerà”, la rassicura lui. “Ti occuperai dei bambini e io provvederò a te”.
Sai quante donne ho incontrato, in questi anni, nella stessa situazione di questa giovane donna? Tante.
Ma, a differenza della protagonista, già con prole. Un fattore che ha reso impossibile, per loro, dire di no. Si sono ritrovate in un posto nuovo, sole di fronte a una marea di ostacoli per trovare un nuovo impiego, senza rete, senza conoscere la lingua, senza la loro indipendenza economica.
Senza averlo scelto. Senza voce.
Come mai intervisti solo donne, nel tuo podcast?
La prima ospite è stata proprio una donna. Anche la seconda. Ma è stata una scelta che pensavo casuale. Poi ho cercato un “esperto” di risorse umane e ho pensato: ma possibile che non ci sia un’esperta? Questo mi ha spinta ad approfondire la mia scelta. E a guardarmi intorno. Quante “esperte” venivano intervistate su podcast o alla radio? Poche. Tanto che qualche anno fa ne è nato un movimento per colmare il gap anche nei panel, di qualsiasi settore, c’è. Si tratta di #equalpanel.
Nel mio piccolo provo a fare la differenza ospitando solo esperte del loro settore.
E ce ne sono tantissime, tanto per essere chiari.
"Ma non hai paura che le persone pensino che, essendo tu una donna e invitando solo donne, i tuoi clienti possano essere solo donne?"
Una domanda che ad uno speaker uomo non verrebbe fatta.
La conoscenza, la formazione, l’esperienza sul campo non hanno genere. Eppure, sembra che il sesso a cui apparteniamo valorizzi il nostro lavoro o, al contrario, lo penalizzi.
A che serve? Serve perché essere rappresentate significa che ci siamo e che è possibile essere parte del processo.
Significa avere una voce.
La scorsa settimana ho profondamente sentito di essere visibile. Una fan del podcast ha voluto invitarmi a colazione per conoscermi dal vivo. “Ho ascoltato tutte le puntate”. “Tutte e 70???” “Sì sì”.
Tornando a casa ho pensato a tutte le volte che ho registrato con la febbre o il mal di gola, pur di pubblicare la puntata in tempo, alle ore passate e scrivere il testo della puntata o a editare l’intervista, fino a farmi venire il mal di testa. Ho pensato alle registrazioni notturne per poter avere un po’ di silenzio.
Ho scelto l’espatrio pensando di sapere ciò a cui andavo incontro. Negli anni, invece, mi sono resa conto che rinunciare alla mia indipendenza economica mi aveva messo in una situazione di svantaggio. E ricostruire una strada lavorativa ha richiesto tantissima forza di volontà e tanta collaborazione con il mio partner.
Nel frattempo ho ritrovato la mia voce.
Ti lascio con una domanda: cosa fai per essere visibile e avere voce?
Comentários