Diario di una Expat
- Chiara Marturano
- 9 apr 2024
- Tempo di lettura: 2 min
GEZILLIG TOGHETER Hub

Un anno fa ho organizzato una ladies dinner a casa mia, ormai è una consuetudine con alcune amiche. Sedute attorno al tavolo, mangiando una pizza, abbiamo iniziato a pensare “ma se provassimo a fare qualcosa?” (non legato al cibo!).
Come internazionali soffriamo, quasi tutt*, la mancanza di amicizie e conoscenze con persone locali. Vorremmo sentirci meno stranier* e più connessi con chi vive qui da tutta la vita. Ma è complicato.
E una cosa che non aiuta sono le etichette: durante i vari eventi dedicati, all’ascolto e all’accoglienza dei migranti, c’è sempre una divisione, da una parte gli internazionali dall’altra i locali. Noi e loro.
Poi, c’è la questione lavoro.
Moltissime spouses hanno competenze e talenti che non possono mettere a frutto: per via della lingua, per via del mancato riconoscimento dei diplomi oppure perché la mancanza di supporto esterno impedisce una realizzazione al di fuori dell’ambito famigliare. Il mancato supporto però tocca anche molte persone olandesi, specialmente donne, che devono aspettare le tappe scolastiche dei propri figli, per poter riprendere in mano una carriera lavorativa.
Ma i tempi non erano ancora maturi, né gli obiettivi così chiari, e mancava qualcuno all’appello. Così il progetto ha riposato un altro po'.
Sai quando ti dicono che se inizi la dieta dovresti parlarne a più persone possibile? In qualche modo è come se avessi dei testimoni di questo impegno.
Per la dieta non l’ho mai fatto (e ci mancherebbe!), ma quando si tratta di progetti legati ad una passione o al lavoro, parlarne è sempre stato un modo per esorcizzare la paura del debutto, per confrontarmi, per avere sostegno, per coinvolgere altre persone e sì, anche per avere testimoni dell’impresa.
Chissà se capita anche te, ma io quando sogno lo faccio in grande. Nella realtà mi ridimensiono molto, però parto sempre avendo in mente progetti complicati e una felicità condivisa. A 30 anni, fresca di diploma di counselor, sognavo un ranch in Montana (avevo ancora in mente la fotografia de “L’uomo che sussurrava ai cavalli”), dove poter fare ritiri di meditazione, workshop e quant’altro.
Negli ultimi 12 anni la mia vita è cambiata, sono cambiate le mie priorità e i miei bisogni. A più riprese ho provato a creare spazi condivisi. Poi la vita capita e ci sono state diverse deviazioni. Essendo un progetto di condivisione, trovare i compagni/le compagne di viaggio con cui poter sognare insieme, non è stato facile.
Altra cena, altra pizza, nuovi ingressi nel gruppo ed è nato il nome del nostro progetto Gezellig Together, una parola olandese legata al sentirsi a casa e tra amici e la parola inglese, una lingua che è terra di mezzo e di incontro tra internazionali e locali, insieme.
Il nostro desiderio è quello di creare una comunità senza etichette.
L’altro obiettivo del progetto è legato ai talenti. Con il progetto #gethub vogliamo favorire lo scambio di talenti, competenze e idee tra i membri della comunità per promuovere progetti lavorativi e workshop collaborativi.
Debuttiamo l’11 aprile! Dalle 10 alle 12 presso Blixems.
Dove ci porterà questa strada?
Ma che splendido progetto!!! In bocca al lupo a tutte voi! ❤️