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Diario di una Expat

Una famiglia Expat

Giovedì sono stata male.

Non mi ricordo di aver mai avuto 40.5 di febbre!

Deliravo. [Fun fact: siccome sono appassionata di K-drama (un giorno ne parlerò, o forse no), ripetevo parole in coreano, quelle semplici e per cui la mia amica, coreana per davvero, mi prende in giro.]

Insomma, stavo così male che la guardia medica è venuta a casa. Cioè la macchina del medico di guardia 🅾🅻🅰🅽🅳🅴🆂🅴 è venuta a casa mia! Un evento tanto eccezionale che sono venuti pure i vicini di casa, allarmati.


Della visita non mi ricordo niente, tra coreano e olandese, avevo già la testa che pulsava violentemente. Risultato "sarà virale! Paracetamol!" Che te lo dico a fare?! Insieme alle ᎠᎡᎾᏢ ᏚᎪᏞᎪᎢᎬ (pezzetti di liquirizia super salata), nei vassoi di caramelle, nelle case olandesi, trovi le pasticchette di paracetamolo.

Per una serie di sfortunate coincidenze, ero sola con il piccoletto di 3 anni.


Che faccio?!

Ho scritto. Alle amiche. Ho mandato il mio messaggio in bottiglia di 🆘.

Non so te, ma io ho sempre la casa in disordine. O penso che lo sia. "E se viene qualcuno?!" è la motivazione che, da sempre, sento nelle orecchie e che mi sprona a cercare di dare un ordine al caos.

Fare entrare nello spazio di casa, con me stordita e stropicciata e con bambino urlante, un esterno non è proprio una cosa che mi metta a mio agio. Non è stata solo l'urgenza, però, a farmi chiedere aiuto e ad accettarlo.

La vita all'estero da soli è dura. Se si è in coppia, il punto di riferimento è il partner. Il mondo si riduce. Se hai anche dei piccolini, i loro punti di riferimento sarete solo voi. Il mondo sembrerà ancora più ridotto.

Se vuoi sopravvivere, vivere bene e far vivere bene anche loro, tocca che questo mondo lo esplori e lo espandi. Poco alla volta, con tante amiche e le loro famiglie, abbiamo partecipato alle reciproche vite e tradizioni.

Qualche settimana fa, siamo andati ad un compleanno, pieno di bimbi e adulti. E lì, in quel caos totale, ho pensato che Jacopo stava costruendo i suoi punti di riferimento. Gli stessi visi che giocano con lui, gli stessi adulti che se ne prendono cura. E ho sentito che stavo facendo la cosa giusta per noi come famiglia. Il mondo non è fatto solo di noi 4, ma ci sono altre persone che ne fanno parte.


A𝐛b𝐢a𝐦o c𝐨s𝐭r𝐮i𝐭o i𝐥 𝐧o𝐬t𝐫o v𝐢l𝐥a𝐠g𝐢o.


Con questo stesso pensiero, ho affidato il piccolino alle mie amiche da cui ha giocato sereno, in un ambiente conosciuto. Con la stessa cura, c'è chi mi ha portato la zuppa, chi ha bussato per la spesa, chi mi ha scritto tutti i giorni per sapere come stessi.

E' una cosa che mi riappacifica con la parola famiglia. Ecco, questa è quella che mi sto costruendo io. Una #famiglia #expat.


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