Diario di una expat
- Chiara Marturano
- 29 nov 2023
- Tempo di lettura: 2 min
Elezioni e Discriminazione

Nei Paesi Bassi ci sono state le elezioni e i risultati hanno premiato, se così si può dire, l’estrema destra di Geert Wilders. Gli slogan sono sempre gli stessi, uguali in tutto il mondo: L'Olanda agli olandesi, così come l'Italia agli italiani, la Francia ai francesi.
Sulla chat di gruppo di donne internazionali, la nostra meravigliosa taalcoach (l'insegnante di lingua) ha mandato un messaggio: "il 25% degli olandesi ha votato per lui ma il 75% no. Ricordatevi che siete le benvenute qui".
I numeri sono un po' cambiati, l'affluenza alle urne è stata in calo, hanno troppi pochi seggi per poter governare da soli, sono già iniziate le trattative per la spartizione del potere, probabilmente non succederà nulla e, tra un anno, ci saranno nuove elezioni.
Quello che la pandemia mi ha insegnato è che tutto è possibile. I tempi duri, la discriminazione, la paura, l'incertezza arrivano e non c'è posto sulla faccia della terra dove tu possa andare per evitarlo.
La sera delle elezioni mia figlia mi ha chiesto "mamma hai votato?" Non posso, solo i cittadini olandesi possono votare. Lei ha capito al volo. "Io non posso votare per il governo olandese?" Certo che potrai, puoi diventare cittadina olandese e farlo.
Ma sarà ancora così domani?
I nostri figli, i figli di chiunque sia un migrante, non sanno di essere "gli stranieri". Non lo sanno fino a che qualcuno non glielo fa notare. Loro sentono di appartenere al posto in cui vivono, è casa.
La mattina dei risultati ho portato mia figlia a scuola e mi sono sentita un'osservata speciale, così come le mie amiche internazionali. Probabilmente era solo una sensazione. Se il problema non ti riguarda non lo vedi nemmeno. La mia amica, turca, mi ha detto "chissà tra tutte le persone che conosciamo chi è che non ci vuole qui?". Probabilmente nessuno, il razzismo non è diretto contro chi conosci: quella è una brava persona, è tanto cara e i suoi bimbi sono molto educati. E' contro qualcun altro. E come distingui i buoni dai cattivi? Ho pensato. Non lo puoi fare. Allora discrimini tutti.
Il punto è che, in una democrazia, nessuno dovrebbe essere buttato fuori. Nessuno va discriminato. Eppure lo facciamo tutti i giorni, anche tra discriminati.
Sì perché ognuno di noi gode di un qualche tipo di privilegio e ci troviamo tutti su una scala, a seconda di quale e quanti ne abbiamo. Noi siamo bianchi, europei, ricchi, altamente qualificati. Poi, senti qualche frase razzista contro di te e ti rendi conto che non sei immune nemmeno tu.
L'estrema destra italiana ha esultato per i risultati olandesi, dimentica che qualche tempo fa i vincitori di oggi scrivevano che l'Italia non avrebbe dovuto ricevere soldi europei.
Ognuno di noi dovrebbe sentirsi straniero almeno una volta nella vita, non il tempo di una vacanza nel resort, straniero davvero: senza sapere la lingua, senza amicizie, con una casa da costruire. Mettersi quelle scarpe scomode e camminare per qualche chilometro, aiuterebbe a capire che chi migra non l'ha fatto per avere una vita più facile.
La migliore opzione non è mai la strada più facile
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