Che forma ha il successo?
- Chiara Marturano
- 10 set 2024
- Tempo di lettura: 3 min

Sinner ha vinto gli US Open. Spettacolare! Intervistato prima di ricevere il trofeo, alle domande della giornalista risponde così:
- prima si rivolge all’avversario, congratulandosi con lui, riconoscendone le bravura e augurandogli il meglio,
- poi, ringrazia il suo team per il supporto durante un periodo difficile
- infine ricorda quando il tennis sia per lui importante e quanto abbia lavorato duramente.
Ma, la cosa più importante per lui, è la dedica: il trofeo e la vittoria sono per la zia, una persona tanto importante nella sua vita e che la vita la sta prematuramente lasciando.
Chiude augurando a tutti di stare bene, in salute.
Tra i commenti, ne leggo uno che mi colpisce: “uno così che vince è incredibile”. Facendo riferimento al titolo del post “la sensibilità del campione”. Essendoci una moltitudine di stereotipi, mi soffermo solo su uno. Una persona che vince è una persona che ha successo. Una persona che ha successo ha già tutto.
Una parola che non uso mai quando parlo o scrivo, è successo. In questo articolo lo cito innumerevoli volte.
Penso che ci siano tante forme di successo e che ognuno abbia la sua.
Ma che forma ha il successo per me? Che forma ha per te?
Ognuno di noi ha interiorizzato, trasformato tutto ciò che ha sentito dire intorno a Sé in una forma di successo diverso. Il successo, in generale, è determinato dai traguardi raggiunti.
Sposarsi, specie per le donne, è un traguardo. Avere un lavoro ben pagato è un traguardo. Vivo a Eindhoven dove girano Tesla come le Panda negli anni ’90. Noi non abbiamo la macchina. Ci guardano tutti con gli occhi stralunati. Avere migliaia di follower è un traguardo, scambiando il mezzo con il fine, ma questa è un’altra storia. Raramente le situazioni o i commenti delle persone intorno a me, mi hanno fatto pensare che diventare e essere una buona persona, addirittura sensibile, fosse un traguardo.
La prima domanda è: cosa significa per te successo? È legato al riconoscimento pubblico? Al valore che gli altri attribuiscono ai traguardi che hai raggiunto?
Poi c’è il punto di partenza e da quello che ti succede nel frattempo.
Hai un lavoro, amici, compagnie varie e punti di riferimento. Hai un sacco di clienti e di “giro”. Ti trasferisci all’estero e non conosci nessuno. Ricominci la tua attività con tutte le difficoltà del caso, lingua, mancanza di network, background culturale etc. Hai finalmente dei clienti. Prima erano 100. Adesso ogni cliente è una festa. È un fallimento? È un successo?
La seconda domanda è: dove sei? Qual è stato il punto di partenza? Quali ostacoli si sono frapposti? Quali difficoltà hai dovuto affrontare?
Poi c’è un altro aspetto, forse, troppo filosofico, ma è una cosa su cui ragiono spesso. Guardavo Sinner, con il suo trofeo in mano, il secondo quest’anno. Nell’intervista diceva che sì era contento per il trofeo, ma era già con la testa al prossimo allenamento, al lavoro da fare per i prossimi traguardi. Forse era distratto da altri pensieri, il montepremi conquistato, la folla, le telecamere, i rumori di fondo, il pensiero della sua zia e degli affetti. Non lo so. Ma mi sono venute in mente le liste da spuntare: fatto, da fare, fatto, lo farò quando avrò più tempo. Puoi davvero ridurre tutti i tuoi sforzi, tempo e energie, la tua passione, il tuo slancio ad una serie di spunte? Un po’ come quando ti fidanzi: e quando ti sposi, e quando fai il primo figlio e quando gli fai il fratellino?
La terza domanda è: ma se non raggiungi i traguardi “tradizionali” e fai altro, vivi la tua vita insomma, vuol dire che non sei arrivato/a da nessuna parte? Non vai bene?
Sia chiaro che in me albergano entrambe le parti (faccio elenchi e li cancello) e ogni giorno cerco il mio centro di gravità permanente per evitare facili giudizi e liste della spesa.
Il successo non è altro che qualcosa che è accaduto. Sta a me, a te dargli un senso e un peso.
Che valore ha per te fare questa cosa? Una volta raggiunto quel traguardo, cosa cambierà per te? Come sarai? Che forma dai al successo?
Comments