Che cos’è il bullet journal?
- Chiara Marturano
- 18 set 2022
- Tempo di lettura: 3 min
Uno studio dell’Università di Tokyo, condotto su un gruppo di studenti universitari, ragazzi nel pieno delle capacità cognitive, tra i 18 e i 24 anni di età ha rilevato che usare carta e penna aiuta la memorizzazione delle informazioni più che l’ uso di dispositivi digitali. Lo studio ha coinvolto 48 volontari i quali hanno assistito a un dialogo tra due persone che facevano programmi per il futuro, nominando una serie di appuntamenti pianificati per i due mesi successivi. I partecipanti sono stati divisi in due gruppi: il primo gruppo di ragazzi doveva prendere gli appunti con carta e penna, il secondo gruppo su uno smartphone. Dopo un’ora tutti i volontari hanno dovuto rispondere a domande specifiche sulle attività dei due protagonisti del dialogo: quale fosse la data di un determinato appuntamento, cosa avessero in programma per quel dato giorno etc. Gli studenti muniti di carta e penna hanno risposto correttamente a un numero superiore di domande. Non solo, mentre rispondevano alle domande i ragazzi sono stati sottoposti a una speciale analisi con la risonanza magnetica funzionale, una tecnica diagnostica che consente di osservare quali aree del cervello vengono attivate in determinate circostanze.
Dalle analisi della risonanza magnetica è emerso che la scrittura manuale attivava aree del cervello, come l’ippocampo, che hanno un ruolo chiave nella memoria che non venivano stimolate dalla digitazione.
Il corso di counseling, presso l’ Aspic di Genova, prevedeva alcune lezioni e seminari, oltre che gli esami finali, presso la sede di Roma. Fondatore e presidente della scuola è Edoardo Giusti, docente, psicoterapeuta e autore o co-autore di un sacco di libri che mi hanno formata. Una delle sue lezioni era dedicata al diario e all’ agenda: insisteva sull’importanza di scrivere tutto. Gli studenti dell’ ultimo anno, tra le varie raccomandazioni ai nuovi arrivati, insistevano sull’ importanza di sta benedetta agenda terrorizzando i mal capitati con “digli che ce l’hai se no ti boccia all’esame!”. Nei Paesi Bassi, se non hai l’ agenda sei perso. Pure i bambini ce l’ hanno: roba che per fare giocare le bambine ci organizziamo da un mese all’ altro.
Il Bullet journal, invece, è un vero e proprio metodo. Esistono vari libri tra cui Il metodo Bullet Journal di Ryder Carroll, edito da Mondadori. Esso è planner, agenda, elenco delle varie attività, nonché utile per annotare e monitorare i vari aspetti della propria vita, gli obiettivi prefissati per la settimana, il mese o l’anno, o un diario a cui affidare pensieri, citazioni etc. può essere molto semplificato: data, to do list e obiettivi raggiunti (quello di mio marito) oppure molto elaborato e creativo, pieno di schemi e disegni (tipo il mio all’inizio). Serve, in sostanza, ad organizzare il casino che abbiamo nella nostra mente: lavoro, casa, famiglia, amici, obiettivi di vita, di sopravvivenza, rischiamo di dimenticare i pezzi e i post-it rischiamo di vederceli volare davanti al naso con appuntata quella cosa super importante che avremmo dovuto fare entro le 18. Ognuno di noi dovrà trovare il proprio metodo e il proprio equilibrio: personalmente ho trovato difficile portare avanti un bullet troppo elaborato, bellissimo e coloratissimo ma ogni mese diventava un dispendio di tempo notevole solo per impostare schemi e liste. Al momento mi divido tra analogico e digitale: ho tutti gli appuntamenti segnati su google calendar e gli impegni più importanti su un grosso calendario famigliare che teniamo nell’ ingresso di casa. E, poi, tengo un diario con pensieri, spunti e obiettivi su breve e lungo termine. E voi? Tenete tutto a mente? Quali strumenti utilizzate? Usate ancora carta e penna??

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