Ti è mai capitato di aprire un'offerta di lavoro e leggere tra i requisiti “Esperienza in ambito internazionale”?
È un modo per dire che vogliono qualcuno che parli fluentemente una lingua straniera? E per l'ambiente più multiculturale?
Cosa cerca un'azienda quando vuole l'esperienza internazionale?
La conoscenza linguistica, ovviamente. Ma non si limita all'invio di e-mail o qualche conversazione con un partner straniero. Significa avere dimestichezza in quella lingua: riuscire non solo a farsi capire ma sapere quale registro comunicativo utilizzare secondo il proprio interlocutore, per costruire una buona relazione lavorativa. Proprio come faresti in italiano.
La sensibilità interculturale. Legata alla conoscenza linguistica, significa avere la capacità di rispettare una pluralità di identità culturali con cui entri in contatto e modulare la tua comunicazione in tal senso. Non è detto che tutti quelli che hanno fatto un'esperienza all'estero abbiano sviluppato questa soft skills. Ma avere contatti quotidiani con diverse culture ti porta, almeno, ad avere una maggiore familiarità.
L'adattamento e la flessibilità. Lavorare in un contesto internazionale richiede di sapersi adattare rapidamente a situazioni diverse: nuovi modi di lavorare, orari differenti, normative locali e, a volte, abitudini completamente opposte alle tue. Imparare a gestire queste differenze senza perdere di vista gli obiettivi ti rende una risorsa preziosa per qualsiasi team multiculturale.
I funzionamenti aziendali. Lavorare in un ambiente internazionale ti offre l'opportunità di entrare in contatto con approcci aziendali diversi, che variano a seconda del Paese o della cultura di riferimento. Ogni realtà ha il proprio modo di gestire processi, relazioni gerarchiche, tempi di lavoro e strategie decisionali.
Hai un'esperienza internazionale da raccontare?
Vivere all’estero per un periodo è un plus (ne sono una grande sostenitrice!), ma ci sono molti modi per costruire un background internazionale.
Eccone alcuni che potresti già avere ma sono troppo in là nel tempo o che consideri poco rilevanti:
Erasmus o programmi di studio all’estero.
Progetti con team internazionali. Collaborazioni con colleghi o clienti di altri Paesi ti insegnano a gestire fusi orari e differenze culturali.
Viaggi di lavoro. Partecipare a eventi, conferenze o trasferte arricchisce il tuo bagaglio culturale e professionale.
Volontariato all’estero. Un campo di volontariato o una missione internazionale mostrano la tua capacità di adattarti a contesti nuovi. Oltre ad una forte determinazione.
Viaggi studio e certificazioni. Frequentare corsi di lingua o ottenere certificazioni in un’altra lingua rappresenta una base solida per interazioni globali.
Come valorizzarla nel CV o al colloquio?
In primis scrivila! Non dare nulla per scontato. Ogni esperienza racconta un pezzo di te e della tua personalità.
Quando parli della tua esperienza internazionale oltre a descrivere il contesto (“ho lavorato sei mesi in Germania”), racconta cosa hai imparato, quali competenze hai sviluppato o approfondito. Ad esempio:
Hai migliorato la tua capacità di comunicazione interculturale. Hai imparato a gestire le differenze di orari e abitudini. Hai sviluppato soluzioni creative in un contesto diverso da quello a cui eri abituato. Hai acquisito una maggiore capacità di problem-solving affrontando situazioni nuove e impreviste, in un mercato con regolamentazioni poco familiari. Hai costruito una vita di relazioni partendo da zero, con determinazione e curiosità.
Allora, qual è la tua esperienza internazionale? 😊
Ti piacerebbe trasformare il tuo desiderio di crescita internazionale in un’esperienza concreta? Ho il percorso che fa per te! Contattami per scoprire come possiamo costruire insieme il tuo prossimo capitolo professionale. 🌍
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