Cadute...
- Chiara Marturano
- 8 lug 2023
- Tempo di lettura: 6 min

Qualche giorno fa, uno psicoterapeuta che seguo su uno dei vari social, ha pubblicato un post il cui titolo era: cosa significa quando sogniamo di cadere?
Per capirlo bisognerebbe chiedersi, continuava il professionista, quale significato ha per noi il cadere.
La mia risposta immediata: fallire.
Sono cresciuta con l'idea che nel lavoro realizziamo noi stessi e dimostriamo il nostro valore. Se segui il podcast, sai che sto cercando di smontare, tra gli altri, anche questo falso mito. Eppure.
Eppure c'è sempre quella vocina che mi dice il contrario: il lavoro determina chi sono e dice di che "stoffa sono fatta" (non so se ti risuona!). I film, la cultura, la politica, la famiglia, tutto intorno a me diceva che bisognava puntare al successo, in termini di soldi, di ruolo aziendale o di popolarità.
La questione è ancora molto attuale. Pochi giorni fa una mia ospite mi ha detto: devo correre a registrare altrimenti l'algoritmo mi penalizza! Tradotto vuol dire che il social ti declassa, il che comporta meno visualizzazioni e, alla fine dei conti, meno clienti e meno lavoro. Il discorso popolarità, successo e soldi, insomma, permane sotto forme diverse.
Oltre ai miti da sfatare e al significato che attribuiamo al lavoro, ci sono anche altri fattori da considerare quando affrontiamo queste paure. Dobbiamo tener conto del tempo che dedichiamo, dell'energia che investiamo, delle speranze che nutriamo, dell'impegno che mettiamo, delle idee che sviluppiamo e della difficoltà di conciliare tutto ciò con la vita quotidiana. E può capitare che vediamo il nostro lavoro svanire a causa di un errore commesso lungo il percorso.
Per quanto io cerchi di organizzarmi, di studiare, di impegnarmi certe cose sfuggono al mio controllo. In breve: questa settimana avrei dovuto pubblicare alcune riflessioni e una presentazione sul lavoro di coaching, il cambiamento di carriera etc. Insomma, il mio lavoro. Ma guarda un po', invece, non ho pubblicato nulla! La scorsa settimana avrei dovuto registrare due puntate per il podcast: tutto pronto, ospiti mitiche, applicazioni in funzione, domande riviste e corrette.
Avvio registrazione. Termina registrazione. Risultato: il video scorreva a velocità triplicata e pieno di glich. Insomma, inutilizzabile. Un problema tecnico.
Panico. Annebbiamento. E adesso?
Sbagliare e fallire sono la stessa cosa?
Sbagliare indica un'azione o una decisione errata, un'incertezza o un errore di valutazione. È un processo naturale che fa parte dell'apprendimento e del percorso di crescita personale.
Il fallimento si riferisce a un risultato indesiderato o al mancato raggiungimento di un obiettivo prefissato. È spesso associato a un senso di delusione o frustrazione per non aver ottenuto ciò che ci si aspettava.
Da una parte affrontiamo l'errore e dall'altra il confronto con le nostre aspettative. Sono due situazioni molto diverse.
Secondo Jung, il sogno di cadere assume un significato simbolico. Rappresenta una discesa nell'inconscio e può essere collegato all'archetipo dell'ombra, la parte di noi stessi che reprimiamo o neghiamo, tipo "io non devo sbagliare o io non devo fallire".
La caduta nel sogno simboleggia una rottura o una perdita di controllo, ma allo stesso tempo può essere vista come un'opportunità di rinascita e trasformazione. Jung suggerisce che questo sogno invita a esplorare le nostre paure e le ombre interiori, per emergere con una maggiore consapevolezza di noi stessi. Un bel lavoro, non c'è che dire!
Esistono molte sfumature di caduta. La loro interpretazione dipende da ciò che sta accadendo sia dentro di noi che intorno a noi: si tratta di un errore pratico o di un errore di valutazione delle nostre aspettative?
Cosa faccio quando cado?
O, almeno, cosa faccio io quando succede. No, non ti dirò che dopo una caduta bisogna rialzarsi subito. Daje, forza!
A volte la forza di gravità, o quel senso di sconfitta, è talmente totalizzante che riprendersi costa tanta fatica.
Qualche input sulla base della mia esperienza:
Accettare. Errare è umano. Eh, lo so, magari non per te a cui è stato detto che non potevi sbagliare. Con mia figlia stiamo lavorando proprio sull'errore e sul fatto che sbagliare l'aiuta a capire come riaggiustare il tiro: ad esempio a prestare maggiore attenzione quando le danno le consegne per un compito, a non distrarsi mentre sta affrontando un passaggio difficile del suo lavoro, a chiedere chiarimenti quando qualcosa non le è chiara. E così via. Detto questo, l'errore capita. A tutti. Nel mio caso mi sono sentita dire che è anche un passaggio obbligato per ogni podcaster che si rispetti.
Prepararsi alla caduta. Può succedere, fa parte del processo di apprendimento, di crescita. Allora preparati prima con delle strategie e con delle carte da giocare nel caso in cui dovesse succederti. Scrivile in modo da avere qualcosa di fisico e pratico da consultare. Trovi qualche esempio nell'articolo.
Costruire la rete. Quella fatta di conoscenze e di amicizie. Magari tra loro c'è qualcuno che c'è già passato e potrà darti un aiuto. Oppure una spalla su cui piangere. Può capitare di aver bisogno di questo. Oppure qualcuno che ti dia una scrollata di spalle. A volte serve anche quella.
Chiedere aiuto. Nessuno è dotato di superpoteri. Se sei come me e pensi di poter fare tutto, ci stiamo sbagliando. Non è possibile. Una cosa che sto molto amando di #coachforbreakfast in questo momento, è il confronto con le ospiti: ognuna è esperta nel suo settore e racconta la propria esperienza e le proprie conoscenze. A volte mi danno delle conferme su ciò che già so. Altre volte mi aiutano a vedere le cose da una prospettiva completamente diversa! Altre volte, ancora, aprono mondi sconosciuti. Un vecchio adagio recitava: "Da soli si va più veloce, ma insieme si va più lontano".
Realtà. Il dato di realtà è fondamentale. Prima di tutto chiediti se si tratta di un errore o di un fallimento. Nel primo caso: si tratta di un errore pratico? E' rimediabile? Valuta gli effetti e le varie soluzioni. Nel secondo caso, se parliamo di fallimento, parliamo di aspettative. Prova a chiederti: erano realistiche? Erano realistiche rispetto all'ambiente, alla situazione, alle possibilità a tua disposizione?
Prenditi cura di te. A volte sbagliamo e cadiamo schiacciati dalla paura, dalla stanchezza, dai mille impegni e richieste quotidiane. Stop. Respira. Prima di ributtarti a capofitto, aspetta un attimo. Prendi fiato. Riorganizza le idee.
Cosa ha mi aiutata a questo giro di caduta? La determinazione, il fuoco della passione, il non posso e non voglio arrendermi (non per una cosa come questa), la rete di supporto (marito, amici, consulenti e tecnici), ricordarmi che anche io ho diritto a perdonarmi, non posso dire una cosa a mia figlia e poi flagellare me stessa, la genitorialità mi "costringe" ad un continuo sforzo di coerenza. Il tempo: mi sono data il tempo di capire la situazione e valutare le varie opzioni.
Proviamo a scrivere qualche carta insieme

Le "carte di coping" o "strategie di coping" sono strumenti pratici che puoi creare per affrontare queste situazioni difficili, stressanti e intense.
Le carte di coping possono essere create in diversi modi, a seconda di ciò che preferisci e delle tue esigenze.
Ti propongo alcune idee di carta da creare:
Dentro allo specchio. Scrivi una frase che ti restituisca un'immagine di te realistica e non quella che hai in questo momento. Passa, ad esempio, da "non sono capace di fare nulla" a "sono in grado di fare (elenca le tue capacità). Oppure "non riesco mai a raggiungere i miei obiettivi e passa a "Sono riuscita a raggiungere il mio obiettivo quando (elenca le occasioni in cui sei riuscita/o a fare quello che avevi deciso, sii specifica/o).
Strategie di gestione dello stress: Elenca delle azioni o attività specifiche che ti aiutino a ridurre lo stress, come la meditazione, l'esercizio fisico, la respirazione profonda o un hobby.
Strategie di risoluzione dei problemi: Scrivi i passaggi o delle domande guida per affrontare e risolvere i problemi in modo strutturato che abbia un valore per te.
Aiuto. Prova a fare una lista di problemi e persone che potrebbero aiutarti per quella specifica difficoltà. Se la mente è nel panico, una lista può riportarti nel qui e ora.
Beste friend. Super suggerito in ogni dove, scrivere un mantra ti può davvero aiutare. Prova a pensare ad una frase che ti sostenga. Non ti viene in mente nulla? Cosa diresti alla tua migliore amica (o al tuo migliore amico) se fosse in difficoltà? Prova ad essere la/il migliore amica/o per te stessa/o. Cosa ti diresti? Come accoglieresti le tue paure, lo scoraggiamento? Non con degli insulti, giusto? Ma con parole gentili.
La carte possono fungere da promemoria consentendoti di accedere alle tue risorse interne per affrontare le sfide quotidiane in modo più sano e positivo.
Adesso tocca a te. Cosa ti viene in mente? Quale carta inventeresti? Se hai voglia di condividere le tue idee, scrivimi chiaramarturano@gmail.com
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